Delitto di Garlasco: il contatto che ha turbato Antonio De Rensis
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Delitto di Garlasco, mistero sull’avvocato De Rensis: il contatto che lo ha “turbato”

Mappa di Garlasco

Un nuovo giallo in merito al delitto di Garlasco ma questa volta che riguarda da vicino l’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis. Il racconto.

Vanno avanti le indagini sul delitto di Garlasco e l’omicidio Chiara Poggi con la speranza di avere nel breve le risposte necessarie a mettere un punto alla vicenda. Dopo le recenti rivelazioni dei periti che ispezionarono i computer della vittima e di Alberto Stasi, ecco un altro retroscena molto misterioso che riguarda, invece, l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Stasi.

tribunale

Delitto di Garlasco: la precisazione dell’avvocato De Rensis

Nel corso della recente puntata di ‘Ore 14 Sera’ con Milo Infante, l’avvocato Antonio De Rensis ha voluto rispondere ancora una volta a chi aveva parlato di un suo incontro segretissimo che sarebbe avvenuto nelle stanze della Procura di Pavia con l’attuale procuratore Napoleone. In tale ottica, il legale di Alberto Stasi ha precisato: “Mai avuto alcun colloquio riservatissimo con il procuratore Napoleone, quando l’ho incontrato erano presenti il sostituto Zanoncelli, ora a Milano, la sostituta De Stefano, o l’aggiunto Civardi”.

Il contatto che lo ha “turbato”: il mistero

De Rensis ha poi proseguito nel corso della trasmissione spiegando l’unica cosa anomala che gli sia capitatao: “Il 13 luglio 2022 sono uscito alle 13.30 dal Palazzo di Giustizia. Alle 18.45, tutto documentato e con testimonianza di due avvocati […], è accaduta una cosa mentre ero all’interno del mio studio che non mi ha spaventato… ma mi ha turbato“.

L’avvocato di Stasi ha quindi spiegato che questo fatto, “un contatto” lo abbia “turbato“. “Il giorno dopo telefonicamente ho relazionato il Procuratore Capo di quanto accaduto. Stessa cosa ai sostituti”, ha aggiunto.

“Non è stato un contatto con me, quando ho compreso di che contatto si trattava ho fatto in modo che parlassero gli avvocati del mio studio. Ed è stato tutto documentato. Ho dovuto relazionare perché in quella data sapevano che io fossi avvocato di Stasi solo Napoleone e i sostituti, il procuratore aggiunto Venditti, il mio studio, Giada Bocellari e Alberto Stasi. Nessuno in Italia sapeva che io ero l’avvocato di Stasi”. “Nessuno mi ha minacciato”, ha detto. “Io mi fermo dicendo che sono rimasto ‘turbato'”.

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ultimo aggiornamento: 12 Dicembre 2025 15:13

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